L’autostima non si insegna: si costruisce insieme

Come genitori, nonni e insegnanti possono alimentarla con feedback positivi e coerenza già dalla prima infanzia

La domenica mattina e il potere silenzioso dell’autostima…

La domenica mattina è uno di quei momenti in cui il tempo rallenta.
La casa profuma di calma, e i rumori si fanno morbidi. È in questi spazi lenti che spesso accadono le cose più semplici — e più importanti.

Qualche giorno fa, mentre le mie figlie disegnavano per terra con le matite sparse, una di loro mi ha mostrato il suo disegno: «Guarda, mamma! Ti piace?»

Per un attimo stavo per rispondere d’istinto — “che bello!” — ma poi mi è tornato in mente un passaggio del Metodo danese per crescere bambini felici. Così ho chiesto invece: «A te piace?» Lei ha riflettuto un attimo, poi ha sorriso: «Sì, sono proprio soddisfatta.»
Quel sorriso mi ha ricordato una cosa semplice ma potente: l’autostima nasce quando un bambino si sente visto, non giudicato.

L’autostima: non un voto, ma un legame

L’autostima non nasce dal successo, ma dallo sguardo che ci accompagna mentre cresciamo. È la sensazione profonda di valere qualcosa anche quando sbagliamo, anche quando non siamo al massimo. La psicologa Susan Harter e altri studiosi dell’età evolutiva ci ricordano che l’autostima si fonda su due pilastri:

  • Il sentirsi amati per ciò che si è.

  • Il percepirsi capaci di affrontare il mondo.

I bambini imparano a credere in sé quando fanno esperienza di due cose fondamentali:

  • che gli adulti li vedono anche nei momenti difficili,

  • che hanno fiducia nelle loro capacità, invece di sostituirsi a loro.

“Ogni volta che un genitore lascia spazio a un figlio di provare, di cadere e di rialzarsi,
gli sta insegnando che è capace di farcela.” 

Come si costruisce, nella vita di tutti i giorni
L’autostima non si insegna con discorsi o ricette.
Si costruisce ogni giorno, attraverso la coerenza tra le parole e i gesti, nel modo in cui accompagniamo i figli nelle sfide quotidiane. Ecco alcuni strumenti pratici e parole che fanno bene:

1. Riconosci, non etichettare

Invece di dire:
“Sei bravissimo!”
prova con:
“ci hai messo impegno.”
“hai trovato un modo tuo per farcela.”
“hai resistito anche quando era difficile.”

L’autostima cresce quando il bambino si sente riconosciuto per ciò che fa, non definito da ciò che è.

2. Dai feedback realistici e coerenti

Evita i complimenti generici (“sei il migliore!”) e scegli la verità gentile:

“Ti sei allenato tanto, e si vede.”
“Hai migliorato rispetto alla scorsa volta.”
“Non è andata come speravi, ma hai provato fino in fondo.”
I bambini riconoscono la sincerità. L’autostima non nasce dal sentirsi perfetti, ma dal sapere di poter imparare e crescere.

3. Sostituisci il giudizio con la fiducia

Quando tuo/a figlio/a ti mostra un errore o una difficoltà, prova a dire:

“Capisco che non è facile.”
“Posso aiutarti a capire come fare la prossima volta?”
“Credo che tu possa trovarci una soluzione.”
Queste frasi trasformano l’errore in un’occasione di apprendimento e trasmettono fiducia nelle sue capacità.

4. Crea momenti di autonomia

Lascia che i bambini provino da soli a fare qualcosa — anche se ci vuole più tempo, anche se non è perfetto.
Ogni “ce l’ho fatta da solo” vale più di cento elogi.
L’autostima cresce quando la fiducia diventa libertà.

Perché si costruisce insieme
L’autostima non si insegna con le parole, ma si costruisce nello spazio tra due persone che si fidano l’una dell’altra, in qualsiasi tipo di relazione, a qualsiasi età.
È come una danza: un passo tuo, un passo suo, qualche inciampo, poi un ritmo che torna.
E’ importante aiutare a creare una buona autostima già da piccoli perchè pone le basi per affrontare le sfide che ogni fase della vita porta con sè.

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